La drag queen Mo Heart ha occhio per lo stile sobrio e il marketing geniale

27 giugno 2023 | Justin Kirkland, Copywriter

Mo Heart

La verità sull'essere una drag queen è che la cosa più difficile da indossare, oltre a trucco, lustrini, glitter e parrucche, sono probabilmente le scarpe. Ovviamente, si tratta di una metafora: vale a dire mettersi nei panni di un artista, imprenditore e professionista del marketing, solo per citarne alcuni. E Mo Heart lo sa meglio di chiunque altro.

Heart, all'anagrafe Kevin Richardson, ha partecipato a tre diverse stagioni di RuPaul's Drag Race, ha pubblicato due EP contenenti musica originale e ha condotto la serie di Amazon Music "The Walk In", in cui si va alla scoperta dei guardaroba di alcuni dei più grandi nomi dell'industria musicale. Non si può avere una carriera di questa portata senza sapersi vendere.

Mentre l'arte drag e queer gode di una visibilità più diffusa che mai, Heart cerca un equilibro tra la possibilità di sfruttare al meglio le opportunità che si presentano, creare un brand che vada oltre Drag Race e costruire una carriera che onori il talento artistico di Kevin tanto quanto la "ooh-ah-ah sensation" di Mo.

Hai già avuto a che fare con il branding e il rinnovamento della tua immagine, in particolare con il tuo nome, che hai cambiato da Monique a Mo. Puoi spiegarci meglio questo aspetto?

Ho cambiato nome per una questione di brand, ma soprattutto perché, a essere sincera, non ho mai voluto essere una drag queen. Inizialmente, il nome che avevo scelto era Kuthabetch Heart, ma in quel momento non aveva l'effetto che desideravo sulla gente. [Quando l'ho cambiato in Monique], è finito sui giornali e così ho deciso di tenerlo. Non sento più il desiderio di rappresentare l'illusione di una donna. So di essere una meravigliosa persona queer quando mi trucco, ma non voglio rappresentare qualcosa che non sia la mia verità, nemmeno nell'arte, soprattutto ora che lo fanno in tanti. Sfruttare il mio talento artistico per diventare qualcun altro mi rende felice.

Quando penso a Mo Heart, mi vengono in mente le sue frasi tormentone di Drag Race: "brown cow stunning" (splendido splendente) e "ooh-ah-ah sensation" (fattore wow). Da artista che ha definito e fatto evolvere il suo brand a livello internazionale, quanto ritieni sia importante trarre il massimo vantaggio dalla viralità di quei momenti?

È fondamentale sfruttare al meglio le opportunità offerte dal branding e dalla creazione di relazioni con i brand ogni volta che se ne ha l'occasione. Quando ci si trova dinanzi a una grande occasione, bisogna sempre cercare di costruire e coltivare una rete di legami, altrimenti potrebbe rivelarsi una perdita di tempo e di altre grandi opportunità.

Con Amazon Music hai condotto la serie "The Walk In", in cui mostravi gli abiti di scena di superstar del calibro di Lil Nas X e Katy Perry. Quando scegli dei progetti, come fai a decidere cosa funziona meglio per il tuo talento artistico e il tuo brand?

Quando mi viene data l'opportunità di lavorare a un progetto, soprattutto se insieme ad altre celebrità, è sempre un privilegio e una fortuna. È molto raro che io non porti a termine un progetto che mi viene affidato. Ho un team meraviglioso che sa sempre cosa sia meglio per me e sia davvero in linea con il mio personaggio.

L'opportunità di lavorare con Amazon Music è stata a dir poco incredibile. In realtà conto di tornare presto in studio; ringrazio di avere questo rapporto con una piattaforma così importante, perché può favorire la notorietà dei miei progetti futuri.

Collaborando con brand più grandi avrai sicuramente notato un aumento di richieste durante il mese dell'orgoglio LGBTQ+. Che cosa consigli ai brand che vogliono creare un rapporto autentico con la comunità LGBTQ+?

Di non limitarsi a collaborare con persone queer solo durante il mese dell'orgoglio LGBTQ+, ma di farlo tutto l'anno. Smettetela di contattarci solo a giugno. Penso che i brand dovrebbero trovare un modo per continuare a includere la comunità queer nelle varie celebrazioni e festività.

Rappresenti il punto d'incontro di diverse identità: puoi spiegarci perché a tuo avviso è importante che i brand cerchino talenti diversi?

Credo che a volte ci accontentiamo di accettare un ruolo di rappresentanza anziché puntare a un cambiamento effettivo. Ritengo che le persone queer e trans debbano invece essere poste in prima linea per ottenere nuovi ruoli e opportunità, perché il più delle volte abbiamo talento da vendere e possiamo farcela proprio come le nostre controparti etero. Penso che se i brand vogliono essere rappresentati nella comunità queer, devono essere coerenti, cercando in essa esponenti diversi e in linea con i prodotti che vendono ai clienti.

Rispetto al passato si può notare una maggiore presenza della comunità queer nell'industria musicale. Come fai a mantenere l'equilibrio tenendo fede alla tua identità senza che questa fagociti il tuo lavoro artistico?

Credo che i mass media abbiano coniato il concetto di "queerness". Non so se mi identifico con quest'idea, ma non posso sfuggire alla mia innata "queerness" perché il pubblico mi ha conosciuto grazie a RuPaul's Drag Race e ogni volta che ho partecipato alla trasmissione l'ho fatto esibendomi come drag queen, quindi non c'è via di scampo. Non c'è modo di sfuggire al mondo del drag, lo adoro e l'ho amato anche quando ho cercato di prenderne le distanze per farmi conoscere come individuo e come artista. Vorrei solo permettere a Kevin di uscire allo scoperto e di esprimersi nel mio lavoro artistico, anche se a dargli concretamente vita è Mo.