Claire Paull di Amazon Ads parla dell'assunzione di rischi, del sostegno alla leadership delle donne e della creazione di team di successo

Aggiornato l'11 novembre 2022

Primo piano di Claire Paull

Questo è Il mio miglior consiglio, una serie in cui si chiede agli esperti di pubblicità di condividere gli insegnamenti più importanti appresi nel corso della loro carriera, il miglior consiglio che abbiano ricevuto e i dati che contribuiscono alla crescita di brand e aziende.

Dopo aver lavorato per quasi un decennio presso agenzie e nell'ambito del marketing e delle comunicazioni nel settore dell'intrattenimento, Claire Paull ha preso la decisione professionale più importante della sua vita. Nel 2011 ha lasciato un ruolo che amava per unirsi a due imprenditrici che avevano un'idea per una start-up di nome Birchbox.

"L'idea mi aveva molto colpita, avevo capito quale tipo di problema del cliente intendevano affrontare", afferma Paull a proposito della start-up di prodotti di bellezza dietro iscrizione. "Abbandonare la carriera che mi stavo costruendo per fare qualcosa che sembrava rischioso è stata una mossa molto azzardata. Alla fine, però, si è rivelata la decisione professionale più importante che abbia mai preso, perché mi ha dimostrato che, al di là di quello che pensassi, potevo essere davvero una leader".

Lì, racconta Paull, ha imparato a gestire le operazioni, a sviluppare l'attività, ad acquisire nuove competenze manageriali e molto altro. "Mi sono davvero fatta le ossa e ciò mi ha invogliata ad andare avanti", dichiara.

La carriera di Paull è stata caratterizzata da scelte coraggiose, poiché ha assunto ruoli che l'hanno messa alla prova e hanno accresciuto le sue competenze. Dopo aver lavorato per quattro anni come Chief Communications Officer di Birchbox, è stata assunta da Amazon, iniziando il percorso professionale in Amazon Live per poi diventare Director of Global Marketing di Amazon Ads. Nel corso della sua carriera è stata una sostenitrice delle donne nei settori tecnologico e pubblicitario, facendo da mentore e imparando dai leader di brand influenti.

Paull condivide qui i suoi consigli per i leader e parla delle opportunità per le donne di fare carriera nei settori della tecnologia e della pubblicità.

Claire Paull, Director of Global Marketing di Amazon Ads, partecipa ad unBoxed 2022 offrendo i propri consigli ai leader di settore e discutendo delle opportunità di carriera per le donne nel campo della tecnologia e della pubblicità.

Per iniziare, potresti parlarci un po' del tuo percorso professionale, della tua esperienza e di come sei arrivata qui oggi?

Ho iniziato studiando scienze politiche e giornalismo al college, perché volevo diventare giornalista. Tuttavia, dopo uno stage al Senato, ho avuto un'illuminazione che mi ha indirizzata verso le pubbliche relazioni e la comunicazione. Ho lavorato per molti anni in alcune delle più importanti agenzie di comunicazione, cosa che mi ha permesso di sviluppare basi molto solide per due motivi: in primo luogo, perché per essere un buon leader è essenziale saper comunicare; in secondo luogo, perché lavorare nelle agenzie ti insegna ad essere scrupoloso, tenace, flessibile e a impegnarti duramente sin dal primo momento. Da lì sono passata a Sony Pictures, dove ho ricoperto un ruolo incentrato sul marketing e sulle partnership strategiche. Ho lavorato anche a Londra, occupandomi del marketing internazionale per la 20th Century Fox. Questa esperienza mi ha davvero insegnato a creare un team di marketing internazionale e a capire l'importanza della diversità.

Poi, una delle decisioni più importanti che ho preso è stata lasciare il lavoro dei miei sogni per unirmi a due donne appena laureate alla Harvard Business School che avevano avuto un'idea per un'azienda chiamata Birchbox. L'idea mi aveva colpito molto, avevo capito quale tipo di problema del cliente intendevano affrontare. Abbandonare la carriera che mi stavo costruendo per fare qualcosa che sembrava rischioso è stata una mossa molto azzardata. Alla fine, però, si è rivelata la decisione professionale più importante che abbia mai preso, perché mi ha dimostrato che, al di là di quello che pensassi, potevo essere davvero una leader.

Quella in Birchbox dev'essere stata un'esperienza formativa entusiasmante. Raccontami del passaggio da una start-up ad Amazon. Che cosa hai imparato in quegli anni?

L'esperienza in Birchbox è servita per farmi le ossa e mi ha incoraggiata ad andare avanti. Questo mi ha permesso di passare a un'azienda come Amazon, che apprezza la flessibilità, la sobrietà e la propensione all'azione, caratteristiche che, quando sei leader di una start-up, devi sviluppare a tutti i costi. Quando ho iniziato a lavorare in Amazon, il mio team non era ancora stato assunto, quindi per me è stato naturale rimboccarmi le maniche e occuparmi di tutte le diverse mansioni finché non sono riuscita a riunire un team completo. Quando abbiamo lanciato quello che oggi è Amazon Live, la mia mansione si è ampliata dal semplice marketing allo sviluppo di contenuti, alle attività di produzione e alla monetizzazione. Si trattava di competenze in cui non avevo una grande esperienza, ma ero in grado di attingere alle conoscenze apprese nel corso della mia carriera, facendo affidamento sulla logica e applicando i meccanismi di Amazon. Credo che la mia mancanza di esperienza in realtà mi abbia aiutato, perché non ero vincolata dalle norme o dalle regole del settore.

Parliamo un po' del ruolo che attualmente ricopri in Amazon Ads. Puoi spiegare ai lettori di cosa ti occupi adesso e come sei arrivata fin qui?

Penso di ricoprire il ruolo di marketing più entusiasmante che ci sia nel settore pubblicitario. Per me è un'opportunità incredibile contribuire a plasmare il brand Amazon Ads e collaborare allo stesso tempo con i nostri consolidati team che si occupano di vendite e prodotti. Penso al mio ruolo come a uno sgabello a tre gambe: vendite, prodotto e marketing. Per soddisfare sia i nostri clienti interni sia quelli esterni questo sgabello deve essere perfettamente bilanciato. Il fatto che si tratti di un brand fantastico e che ci sia ancora molto da fare è il motivo per cui ero entusiasta di aver avuto questa opportunità. Nessuno mi avrebbe dato un libretto delle istruzioni, perché non ne esiste uno.

Credo che questo sia il momento giusto per dare qualche consiglio. Claire, qual è il miglior consiglio che tu abbia mai ricevuto nel corso della tua carriera?

Oddio, che domanda difficile! In realtà, è come se nel corso degli anni mi sia stata offerta una raccolta di perle di saggezza a cui posso attingere regolarmente. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di trovare donne leader forti che erano anche mamme: poterle osservare in questo ruolo è stato il miglior consiglio che potessi mai ricevere, pur se non esplicitamente. Ma c'è un consiglio in particolare che mi è rimasto impresso: me lo ha dato la mia prima manager in Amazon. Mi ha detto: "Bisogna mettercela tutta per liberarsi dal lavoro". Di primo acchito la reazione naturale è chiedersi: "In che senso 'liberarsi dal lavoro'?", ma riflettendoci un momento è un consiglio molto prezioso. Ogni mattina, quando mi sveglio, mi impegno attivamente per liberarmi dal mio lavoro assicurandomi di assumere leader forti, di sostenerli e di farli sentire in grado di prendere decisioni e di avere il controllo del proprio destino. In fin dei conti si tratta di creare un team coeso, in modo che un giorno mi sveglierò e non ci sarà più bisogno di me. È questo il mio obiettivo. Quando arriverà quel giorno e non ci sarà più bisogno di me, vorrà dire che potrò occuparmi di qualcosa di più complesso. Significa dare spazio agli altri.

Mi piace molto questo approccio. Credo di non aver mai sentito parlare di lavoro in questi termini. Ti viene in mente un momento o una situazione particolare in cui hai seguito questo consiglio?

È successo quando lavoravo in Amazon Live. Ho avuto il privilegio di affidare ruoli di leadership a diverse donne forti cresciute molto in fretta. Un giorno mi sono svegliata e ho pensato: "Non hanno più bisogno di me". Evviva! Tutto d'un tratto, quel team coeso che avevo contribuito a creare stava svolgendo un ottimo lavoro anche senza di me e ho avuto quindi l'opportunità di trovare una nuova sfida a cui dedicarmi.

Come hai accennato prima, nel corso della tua carriera ti sei battuta per la presenza femminile nel settore tecnologico e pubblicitario. Toglimi una curiosità: come esorteresti le donne a seguire questo consiglio?

Credo che molte donne abbiano paura di fare carriera perché preoccupate da altri aspetti della loro vita, come quelle che hanno scelto di diventare mamme o che hanno intenzione di diventarlo. Voglio che questa situazione cambi. Le donne non dovrebbero scegliere tra avere una famiglia e una vita privata e avere una carriera in cui sono manager competenti in grado di assumersi sempre più responsabilità. Ho la fortuna di lavorare in un'azienda che comprende questo concetto e mi incoraggia a essere ciò che voglio. Ritengo sia terribile che così tante donne pensino di dover prendere una decisione del genere invece di rivolgersi al proprio datore di lavoro e trovare un punto d'incontro per avere entrambe le cose. Dovremmo fare in modo che le donne sappiano che possono rimanere in gioco e avere comunque la possibilità di trovare il giusto equilibrio che consenta loro di essere presenti per gli amici, la famiglia, i partner e tutto il resto. Personalmente sono riuscita a prendere la decisione di fare carriera e di diventare mamma.

È una sensazione meravigliosa. Come hai visto cambiare questa percezione e le opportunità per le donne in questo settore durante la tua carriera? Su quali aspetti bisogna ancora lavorare?

Innanzitutto, abbiamo bisogno di un maggior numero di donne in posizioni di leadership. Per ricoprire tali posizioni, bisogna guardarsi attorno ed essere consapevoli delle proprie capacità. È rassicurante che le aziende stiano esaminando le proprie pratiche di assunzione e fissando degli obiettivi in merito a questi aspetti. È un segnale positivo e sono fiduciosa. Ho avuto il privilegio di fare da mentore ad alcune donne, e la prima cosa che mi chiedono è: "Come faccio a conciliare lavoro e maternità, se e quando intraprenderò quel percorso?". Penso che noi donne dovremmo parlarne, poiché per noi è ancora molto difficile ricevere i consigli giusti. Cerco di raccontare una parte della mia storia personale e le volte in cui, in quanto madre, non sono stata in grado di bilanciare al meglio lavoro e vita privata. Non c’è niente di male ad ammettere che è difficile. Inoltre, è importante riconoscere le donne leader e incoraggiarle di più pubblicamente. La presenza di un maggior numero di donne in posizioni di leadership e che non abbandonino il campo è un vantaggio per tutti.