Per Carly Zipp di Amazon Ads essere leader significa potenziare il proprio team, trovare un equilibrio e bere una Coca Zero

26 giugno 2023 | Justin Kirkland, copywriter

Carly Zipp

Prima che Carly Zipp diventasse Global Director of Brand Marketing di Amazon Ads, era una voce radiofonica conosciuta dagli ascoltatori dell'area metropolitana di Washington D.C. Era iniziato tutto durante l'anno sabbatico che si era presa prima di andare alla Vanderbilt University, quando aveva accettato un tirocinio alla stazione radio Z104 dove svolgeva le solite mansioni da tirocinante, come catalogare le canzoni e preparare le interviste da mandare in onda. Il suo lavoro però è cambiato radicalmente la mattina dell'11 settembre 2001.

Ricorda Zipp: "Avevo il turno di mattina, dalle 5 alle 9, ma quando il Pentagono è stato colpito, è cambiato tutto. Il mio lavoro da tirocinante era cambiato: andavo nelle scuole della zona a intervistare le persone su cosa significasse per loro l'America e il giuramento di fedeltà alla bandiera." Il suo reportage è arrivato ai notiziari nazionali e, proprio come racconta, "si è fatta un nome senza rendersene conto". La sua capacità di cogliere l'attimo le ha permesso di ottenere un lavoro a tempo pieno in una stazione concorrente. Nei due decenni successivi Zipp ha coltivato la propria carriera, in cui è passata da pubblicista televisiva a pioniere nella gestione dei social media per le riviste fino a responsabile della strategia di marketing B2B in tutto il mondo di TikTok. Con questo bagaglio di esperienze e altre ancora è approdata ad Amazon Ads.

La carriera di Zipp è stata segnata da una serie di momenti cruciali che hanno richiesto un mix di ingegno, fiducia in se stessa e forse un pizzico di spirito ribelle. Negli anni Zipp ha sviluppato una filosofia che la guida nella sua vita personale e professionale: "Sii consapevole del tuo valore. Al lavoro, a casa, in amore e nella vita. Non accontentarti di niente di meno."

Di seguito Zipp ripercorre la sua carriera, offre consigli ai leader in cerca di un equilibrio e spiega come una Coca Zero possa cambiarti la giornata.

Prima di entrare in Amazon Ads lavoravi per TikTok, dove sei stata tra i primi a essere assunta nel team di marketing degli Stati Uniti. Parlaci del tuo passaggio ad Amazon Ads.

TikTok è una piattaforma incentrata sulla community e noi ne avevamo creata una interna molto intima. Quando sono arrivata in Amazon, speravo davvero che accadesse la stessa cosa, ma lì stavo entrando a far parte di un team già consolidato con un proprio senso di community. Dovevo trovare il mio posto e rispettare ciò che era già stato costruito. Non conviene mai entrare di prepotenza gridando: "Ci sono anch'io!"

Penso inoltre che permettere alle persone di mostrarsi per quello che sono e accettarle è l'unico modo per guadagnarsi la loro fiducia. Ricordo che il primo giorno volevo tantissimo che le persone si fidassero subito di me, ma dovevo capire che non sarebbe successo dall'oggi al domani.

Qual è il miglior consiglio professionale che tu abbia mai ricevuto?

Sii consapevole del tuo valore. Al lavoro, a casa, in amore e nella vita. Non accontentarti di niente di meno.

Mi piace molto, ma con tutti i cambiamenti che si susseguono nella nostra vita lavorativa, le notizie che riceviamo e le responsabilità personali che dobbiamo assumerci le cose possono complicarsi. Qual è il tuo consiglio per affrontare queste situazioni?

Dico sempre alle persone di prendersi il tempo necessario per se stesse, che si tratti di mezz'ora o di una giornata intera. Allo stesso tempo non posso ignorare un interlocutore che potrebbe aver bisogno di me. Quindi dico sempre: "Lo devi capire da te". Devi capire da te il tuo valore, che consiste in ciò di cui sei capace e che conta per te, ma anche quanto sei utile agli altri.

Giorno e notte farò del mio meglio per il mio team e ci sarò per chiunque abbia bisogno di me, ma sono altrettanto consapevole che mi servono dei momenti per me, che si tratti di fare dei TikTok con i miei figli (come direbbe mio figlio, "Metti mi piace e condividi!") o di bermi una Coca Zero da McDonald's in tranquillità. C'è forse qualcosa di meglio? Dall'altro lato devo riconoscere che non riesco a ignorare i messaggi. Che si tratti del mio team o di un cliente, mi piace rispondere a tutti il più rapidamente possibile. A volte dovrei ricordare a me stessa di seguire i miei stessi consigli.

Ma questo è un mio limite. Bisogna conoscere se stessi e fare ciò che funziona per sé. Fermati e chiediti: Qual è il tuo limite e come intendi superarlo? Cosa ti rende eccezionale in quello che fai e cosa ti serve per riuscirci?

A volte il marketing può essere difficile da misurare, soprattutto dal punto di vista dei contenuti creativi e della creazione del brand. Come fai a sapere quando seguire una direzione e quando è meglio cambiarla?

In realtà è una cosa a cui stiamo lavorando proprio ora, perché ho un'idea piuttosto specifica sull'immagine del brand e sulla sua identità visiva. So cosa mi piace e cosa non mi piace. Devi sapere dove puoi intervenire e dove invece permettere al tuo team di creare qualcosa e di gestirlo in modo autonomo. Ho capito dove posso trovare quell'equilibrio e quando devo sostenere qualcosa che reputo la scelta migliore.

È un po' un test per imparare a capire quando lasciare che il team agisca in autonomia e faccia ciò che sa fare meglio, ovvero esercitare la competenza dei suoi esperti.

Abbiamo assistito in diversi settori a iniziative per aumentare la presenza di diversità, equità e inclusione. Da donna, come fai ad affermare la tua voce e il tuo punto di vista sul posto di lavoro?

La mia esperienza lavorativa precedente ad Amazon è stata una vera e propria svolta per me, perché ho avuto entrambi i miei figli mentre lavoravo. Mi piacevano le persone con cui lavoravo, ma nascondevo quando avevo un appuntamento dal medico per i miei figli. Ho nascosto di essere incinta per diversi mesi: avevo paura di come avrebbe influito sulla mia carriera. Penso che, a prescindere dall'azienda, la gravidanza è una cosa di cui le mamme lavoratrici si preoccupano.

Ci hanno insegnato a nascondere quell'aspetto della nostra vita per non mostrare ciò che può apparire come una debolezza o uno svantaggio. Poi all'improvviso, negli ultimi anni, l'atteggiamento nei confronti della maternità e delle priorità contrastanti si è capovolto e abbiamo dovuto iniziare a lavorare tutti da casa. Penso che questo abbia permesso alle persone di capire che ero una comune mortale anche io e che potevano relazionarsi con me in quel modo. Ognuno ha i suoi problemi e tutti vogliono sentirsi considerati, ascoltati e compresi. Cerco sempre di presentarmi per quella che sono e di portare tutta me stessa ovunque mi trovi, che si tratti di bere una Coca Zero o di lasciare che i miei figli ballino dietro di me quando ho una videoconferenza. È normale e umano.

So che può sembrare un cliché, ma bisogna essere se stessi.